Superstizioni: utili o dannose?

Superstizioni: utili o dannose?

gatto nero superstizioni

Le superstizioni sono un’insieme di credenze, idee, pratiche e rituali messe in atto per ottenere fortuna, per scacciare la sfortuna e per tentare di avere una sensazione di controllo su situazioni che in realtà non possiamo controllare. Dall’evitare i gatti neri, agli amuleti, dagli specchi rotti, al non passare sotto le scale… l’elenco di rituali e gesti superstiziosi è infinito.

A credere nella sfortuna nel 2021, secondo un indagine SWG, è il 40% degli italiani. Si conferma “una ricerca verso modelli di spiegazione della realtà e di gestione della propria esperienza di vita che superano la dimensione della razionalità scientifica”. Sono oltre trentamila gli italiani che si rivolgono quotidianamente a maghi, astrologi e veggenti. Un dato che crea inquietudine, che dimostra una grande fragilità cognitiva legata alla gestione dei dubbi e delle incertezze di quest’epoca.

 
Dove nasce la superstizione?

Alla base della maggior parte delle superstizioni ci sono alcune idee intuitive su come funziona il mondo. I principi della “somiglianza” e del “contagio“, che il nostro sistema mentale usa, sono all’origine di molte superstizioni.

  • Somiglianza: tendiamo a pensare che le cose che si assomigliano abbiano un legame più profondo. Naturalmente non è sempre vero questo principio, ma ci sembra il più ovvio e quindi spesso ne abusiamo. Esempio: visto che il nostro riflesso sullo specchio è la nostra immagine, molte culture ritengono che rompere uno specchio porti sfortuna, come se danneggiare il riflesso portasse sfortuna anche a noi stessi.
  • Contagio: spesso crediamo che le cose abbiano proprietà magiche interne e che possono essere trasmesse attraverso il contatto. Nella realtà, ad esempio, i virus e i batteri si trasmettono per contatto. Spesso allarghiamo questa convinzione anche anche altri tipi di oggetti che non hanno reali proprietà di contagio, con l’idea irrazionale che ad esempio la fortuna possano essere trasferita attraverso il contatto (oggetti portafortuna, amuleti, rituali di contatto).

 

Come colleghiamo gli eventi?

Per dare un senso al nostro mondo, cerchiamo degli schemi ordinati in natura. Ad esempio quando due cose si verificano più o meno nello stesso momento, pensiamo che siano collegate e che una possa essere la causa dell’altra. In natura spesso accade questo: ad esempio, il temporale si associa quasi sempre alla pioggia. Ma applicare le leggi naturali a tutto il mondo è rischioso, perché il mondo è molto più complesso.

Infatti non andiamo a verificare l’esattezza dei nostri collegamenti, crediamo in una sorta di “pensiero magico” che collega gli eventi per simpatia, analogia, somiglianza

La maggior parte delle credenze superstiziose moderne è costituita da idee paranormali sui nessi di causa-effetto delle coincidenze (telepatia, chiaroveggenza, precognizione, sfortuna). Queste idee sono universali a livello culturale e, all’interno di una società, sono ampiamente resistenti all’educazione scientifica.

 

Le superstizioni placano l’ansia?

A volte le superstizioni possono avere un effetto calmante, alleviano la paura per l’ignoto. Danno alle persone un senso di controllo sulla propria vita. Quando le persone si sentono impotenti, ricorrere ad azioni e rituali familiari dà un senso di controllo che, anche se illusorio, può comunque essere confortante. Talvolta è utile per aumentare il senso di controllo e la performance, pensiamo ai rituali che utilizzano gli sportivi prima delle gare.

Questi vantaggi anti-ansia potrebbero anche essere il motivo per cui le superstizioni sono sopravvissute nei secoli. Come spiega un articolo sull’International Journal of Psychology and Behavioral Sciences, “la superstizione affonda le sue radici nella giovinezza della nostra specie, quando i nostri antenati non erano in grado di comprendere le forze e i capricci del mondo naturale. La sopravvivenza dei nostri antenati era minacciata dalla predazione o da altre forze naturali”.

Le superstizioni si sono “evolute” per produrre un falso senso di controllo sulle difficili condizioni esterne e ridurre l’ansia.

Per questo motivo nelle fasi storiche di maggiore incertezza, dopo pandemie, guerre, carestie, terremoti, aumentano i pensieri magici e i comportamenti superstiziosi.

 

Superstizione e disturbi mentali

In alcuni disturbi, come il Disturbo Ossessivo Compulsivo, gli Attacchi di panico o il Gioco d’Azzardo Patologico, si presentano comportamenti superstiziosi come sintomi che mantengono e alimentano il problema.

Sentirsi costretti a fare determinate azioni o pensare determinate frasi per scacciare la paura di catastrofi o per ottenere fortuna, non riuscendo a controllare questi azioni, è segno di patologie gravi. La distinzione tra comportamento superstizioso e credenze superstiziose è cruciale: negli individui sani il comportamento motorio superstizioso può verificarsi senza che si creda in modo inevitabile a collegamenti di causa effetto e a forze superiori, che hanno un reale potere di gestire la propria esistenza. Nel DOC o nel GAP non si ha il controllo sulle credenze superstiziose e sulle azioni conseguenti.

Il confine tra superstizione, pensiero magico e patologia talvolta è sottile: quello che è certo è che la superstizione non ha nulla di vero, ma nei secoli ha creato un enorme business, spesso ai danni della salute mentale e fisica delle persone. 

Autore: Nicole Adami

L’illustrazione del gatto nero è opera di : Naike Melotto

 

Bibliografia
  • https://codacons.it/gli-italiani-sempre-piu-superstiziosi-con-la-pandemia-boom-di-riti-scaramantici/
  • http://article.sapub.org/10.5923.j.ijpbs.20180804.02.html
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3181957/

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Nicole Adami – Psicologa, Psicoterapeuta | © 2021