Natale, quanto mi stressi!?

Natale, quanto mi stressi!?

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Il Natale porta la bellezza delle luminarie, gli ambienti più accoglienti e gli addobbi che creano un’atmosfera magica.
Ma regala anche una bella dose di pressioni sociali, cose da fare, incombenze commerciali, incontri sociali.
Per il 78% degli italiani il Natale è fonte di stress, e non dipende da quanto piaccia il Natale.

Fattori di stress percepiti

Gli italiani si dicono stressati dal Natale per motivi diversi, dall’indagine di MioDottore, che ha voluto indagare le sensazioni che le festività generano degli italiani, emergono questi dati: 

  • 30% ha una situazione familiare poco serena
  • 28% vive come una costrizione trascorrere del tempo con i familiari proprio in quelle giornate.
  • 51% fa fatica nella scelta dei regali
  • 30% sente il peso delle chiusure di fine anno, l’organizzazione familiare 
  • 20% di stressati da aperitivi pre-natalizi con amici, cene aziendali e brindisi.

 

I fattori ambientali 

Il Natale arriva nel periodo dell’anno con le giornate più corte, il clima spesso è piovoso e grigio in Europa.
Un minor numero di ore di luce solare è correlato ad un calo del tono dell’umore.
A dicembre iniziano inoltre ad arrivare le prime ondate di virus influenzali, che portano tante persone ad ammalarsi e ad avere bisogno di qualche settimana di convalescenza. Per cui il corpo spesso è indebolito e avrebbe bisogno di calma e tranquillità per recuperare. 

 
Il carico di lavoro

Le feste natalizie si inseriscono dentro mesi molto intensi, sia a livello lavorativo che scolastico, ed aggiungono incombenze: addobbi, cene, regali. Per alcune persone questi momenti sono piacevoli. Per altri, per chi ha figli, si sommano ad un carico di impegni già elevato.

 
Le aspettative elevate

Il Natale ha perso nel tempo la sua connotazione religiosa, è diventato una festa commerciale. Le immagini pubblicitarie del Natale sono di una casa accogliente, decorata con gusto, con la neve immacolata, in cui una famiglia numerosa, felice e serena si riunisce per condividere una cena faraonica o la tombola.

Ma la vita è troppo complessa e caotica per garantirci di vivere la stessa versione di Natale perfetto.
La tendenza umana ad aspettarsi il meglio è il risultato di un noto pregiudizio di ottimismo. Questo pregiudizio unito alla fallacia della pianificazione, cioè sottovalutiamo la quantità di tempo e di impegno che richiederà un compito, fa sì che molte persone si aspettino un Natale felice e rilassante, e si ritrovino invece con un Natale faticoso e stressante.

 

I legami familiari durante le festività

Le relazioni familiari sono un universo infinito di situazioni: ci sono famiglie allargate, separazioni, conflitti storici. L’essere costretti a vedersi può essere piacevole o molto spiacevole, in base ai rapporti consueti.
Anche se non c’è un’evidente fonte di conflitto, un periodo prolungato a stretto contatto con molti familiari può comunque essere stressante.

C’è la fatica di chi deve preparare pranzi e cenoni. C’è la mancanza di privacy che deriva dall’avere la casa piena di persone. Questo si collega alla sensazione di perdita di controllo, dato che la routine viene modificata e i parenti spesso si intromettono, o fanno battute che riguardano la vita altrui.

Dobbiamo considerare inoltre il meccanismo della “regressione”. A volte ritornare nella casa d’infanzia e stare con i parenti come quando si era piccoli, porta il cervello a ritornare negli “schemi” che governavano il nostro comportamento e il nostro pensiero quando vivevamo in quel contesto.
Nonostante si viva una vita autonoma e da “adulti”, ritornare in certe dinamiche può risultare faticoso o doloroso. Esserne consapevoli è importante, per riconoscere gli schemi quando si attivano e non farsi travolgere da essi.

Ci sono anche famiglie che a ridosso del Natale vivono lutti, malattie, licenziamenti.
Questi sentimenti, negativi e tristi, mal si conciliano con l’apparente clima festoso e gioioso del Natale.

 

Come approcciarsi al Natale?

Non esiste un modo giusto per vivere le feste natalizie, ma ci sono alcuni piccoli accorgimenti che possiamo usare per vivere al meglio questo periodo dell’anno.

  • Imparare a osservare la propria situazione complessiva e NON CONFRONTARSI con gli altri, soprattutto sui social. Ognuno ha il suo vissuto e la sua storia, ognuno ha le sue fatiche. Come scrive Chiara Gamberale:

“Non ti venga in mente di invidiare la felicità degli altri, le fortune, i successi degli altri, le certezze, i risultati,
le luci nelle case degli altri: dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male.”

  • Lasciare da parte le aspettative pubblicitarie e chiedersi che cosa si DESIDERA davvero, quali sono i valori importanti per noi associati al Natale. Non è necessario amare il Natale, ma il Natale è legato a sentimenti profondi di Speranza, Affetto, Sostegno. Ci sono moltissimi modi per viverli, ognuno deve trovare la sua dimensione.
  • La Speranza è inversamente proporzionale all’impotenza. Se sento di poter agire, contribuire e VIVERE in linea con i miei bisogni, questo alimenta la speranza.
  • Riscoprire il SENSO DEL DONO: fare un regalo non vuol dire limitarsi a DONARE, perché donando si RICEVE in cambio attenzione e gratitudine. L’atto di donare “fa tornare indietro”. Lo scambio di regali forzato non è un piacere e non è obbligatorio.
    Il regalo dovrebbe essere un’occasione per arricchire le relazioni.

 

Autore: Nicole Adami

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Nicole Adami – Psicologa, Psicoterapeuta | © 2021