Perfezionismo e inadeguatezza: non sono mai abbastanza
Perfezionismo e inadeguatezza: non sono mai abbastanza
Quando ci sentiamo adeguati, sentiamo di avere valore e di padroneggiare le nostre scelte. Siamo meno propensi a cercare conferme dagli altri perché sappiamo già di andare bene. Questo non significa essere megalomani o presuntuosi.
Un sano senso di adeguatezza e autostima è la capacità di valorizzare i nostri punti di forza, riconoscere i nostri limiti e difetti, con il desiderio di migliorarci senza andare in affanno.
I perfezionisti sani sono in grado di fissare obiettivi basati sui propri punti di forza e di debolezza, si sentono bene dopo averli raggiunti e hanno la capacità di rispondere in modo flessibile in determinate situazioni, come abbassare le aspettative o non pretendere troppo.
Chi invece ha un sentimento interno di inadeguatezza, non si sente mai abbastanza o abbastanza capace. Questa sensazione, in genere, non ha nulla a che fare con le nostre reali prestazioni o capacità nella vita. Può avere molto più a che fare con una bassa autostima o una scarsa fiducia in se stessi.
Alcune persone che crescono in ambienti familiari e sociali competitivi, con genitori ipercritici, dove la performance ha molta importanza, possono sviluppare un senso interiore di inadeguatezza e cercare di compensarlo aspirando sempre alla perfezione.
Secondo Paul Hewitt ci sono tre tipi di perfezionismo negativo:
- Il perfezionismo orientato verso se stessi: implica la convinzione di dover raggiungere la perfezione come obiettivo, la definizione di standard irrealistici per se stessi e un’autocritica rigorosa, ed è guidato dal desiderio di successo e dalla paura del fallimento.
- Il perfezionismo orientato verso gli altri: significa porre obiettivi irrealistici agli altri, con la richiesta agli altri di raggiungere la perfezione.
- Il perfezionismo socialmente orientato: si riferisce agli sforzi di soddisfare le aspettative degli altri, la paura del giudizio, il timore di deludere gli altri e il desiderio di essere perfetti agli occhi degli altri.
Il perfezionismo negativo è una corsa ad ostacoli, dove l’asticella si alza man mano che si riesce a superare l’ostacolo precedente. In una rincorsa infinita e sfibrante contro se stessi.
Le caratteristiche delle persone che hanno un perfezionismo negativo si possono rintracciare in questo elenco:
- costante severità verso se stessi o verso gli altri
- incapacità di accettare i propri errori e paura di sbagliare
- forti dubbi e paura di fare scelte sbagliate o non giuste
- standard elevati
- lavorare in modo compulsivo e persistente per raggiungere gli obiettivi, anche a scapito della salute
- misurare il proprio valore esclusivamente sulla base dei risultati concreti e delle prestazioni
- procrastinazione e indecisione anche sui dettagli minimi
- timore di essere giudicati negativamente dagli altri
- desiderio di ricevere l’approvazione e l’apprezzamento degli altri
- rabbia e fastidio di fronte agli imprevisti e agli errori
- focalizzazione solo sui difetti, le mancanze, le cose negative e incapacità di dare valore d’insieme alle situazioni della vita
- difficoltà a definire le priorità
- perenne insoddisfazione
- incapacità di provare gioia per i traguardi raggiunti
Il perfezionismo negativo è un tratto che può portare a sviluppare disturbi d’ansia, disturbi ossessivi compulsivi, disturbi alimentari, stress cronico, depressione.
Convivere con il proprio perfezionismo, oppure vivere con una persona perfezionista, può essere molto faticoso e stressante nel tempo. Causando difficoltà emotive e nelle relazioni.
In psicoterapia si può lavorare sul perfezionismo negativo, imparando ad essere più flessibili, benevoli verso se stessi e gli altri, maggiormente tolleranti verso gli errori e i limiti.
Autore: Nicole Adami