Pornografia online: effetti su bambini e adolescenti

Pornografia online: effetti su bambini e adolescenti

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In internet la fruibilità e l’accessibilità del materiale di tipo pornografico è alla portata di un clic. Non esistono filtri, blocchi, regole. Non esiste nessuna legislazione nazionale o internazionale che regolamenti l’uso dei siti di materiale sessuale esplicito a tutela dei minori.

Nel lontano 2008 ho scritto la mia tesi di laurea sugli effetti della pornografia in adolescenza.
A distanza di un decennio nulla è stato fatto per arginare i rischi che derivano da questa dieta pornografica nei più giovani. E più è bassa l’età di esposizione, più aumentano i rischi.

Che effetto ha sui più giovani la pornografia? I programmi di educazione sessuale sono sufficienti a tutelare i più giovani dai modelli proposti nella pornografia?

L’Italia non prevede l’educazione affettiva e sessuale come materia stabile e obbligatoria, questa è una lacuna molto grave al giorno d’oggi, perchè internet è diventato l’educatore sessuale di una generazione. Con conseguenze non troppo positive. La pornografia e l’industria del porno non sono nate con internet, hanno avuto il loro esordio di massa negli anni ’70. Dal 2006, anno di apertura del portale Youporn, il porno si può consumare a casa, in solitudine, a tutte le ore del giorno.

A livello globale il 30% dei bambini fra gli 11 e i 12 anni vede pornografia online. In Italia il 44% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Il consumo di materiale pornografico avviene prevalentemente nella loro camera, in solitudine. Il porno non viene sempre cercato volontariamente, ma può apparire perché condiviso da altri amici, oppure visto accidentalmente. I contenuti pornografici sono molto diffusi anche sugli smartphone, soprattutto su WhatsApp e Telegram, dove girano anche materiale pedopornografico, scene di violenza estrema, lapidazioni.

 
La pornografia come modello?

Essendo la pornografia online esplicita e diretta, i ragazzini la vivono direttamente, anche se si tratta di evidenti esagerazioni: situazioni forzate e stereotipate imposte dall’industria del porno. E’ una finzione cinematografica, che però viene presa alla lettera da più giovani. I

ragazzi devono essere guidati in questo mondo, gli adulti devono spiegare loro che il sesso nei video non è la realtà, ma solo una rappresentazione spesso esasperata di essa.
Molti ragazzi dichiarano di usare la pornografia per imparare il sesso. Alla domanda «La pornografia online ti ha dato delle idee sui tipi di sesso che vuoi provare?», il 44% degli adolescenti maschi e il 29% delle femmine hanno risposto positivamente.

 
La donna come oggetto sessuale.

Una ricerca condotta in Olanda nel 2006 si è proposta di trovare la correlazione tra l’esposizione dei ragazzi a un ambiente mediatico fortemente sessualizzato e lo sviluppo del concetto di donna come oggetto sessuale. L’analisi dei contenuti di questo tipo di video online mostra una forte oggettivazione della donna attraverso continui primi piani ai genitali femminili, oppure scene in cui la donna assume ruoli passivi e sottomessi.

Inoltre in questi filmati l’uomo parla alla donna con modalità derogatorie e volgari. I risultati di questa ricerca dimostrano un’alta correlazione, il 70%, tra l’esposizione alla sessualità, specialmente esplicita su internet, e il concetto di donna come oggetto sessuale. In particolare è proprio l’esposizione dei maschi (più del 60%) al materiale audio-video esplicito ad alzare questa relazione.

Internet ha un ruolo ed un potere non indifferente rispetto alla sessualità degli adolescenti, ruolo non regolato né controllato. Questo clima generale di continua allusione sessuale e una dieta visiva di sesso esplicito ha portato ad un aumento delle violenze sessuali commesse da adolescenti a danno delle coetanee.

Il sociologo Anthony Giddens pone l’accento sul fatto che pornografia ha un interesse ossessivo per scene e atteggiamenti standardizzati. Infatti le immagini porno rappresentano le donne come oggetto di desidero e stimolazione, mai d’amore.  Non a caso nelle riviste pornografiche e nei film gli sguardi femminili sono sempre rivolti al lettore.

La pornografia è perciò un surrogato, un modello solo parzialmente reale della sessualità. Non esiste intimità, non esistono le componenti affettive. Gli aspetti concreti della relazione vengono omessi, la visione pornografica è legata alla meccanica del sesso, privo di qualsiasi componente umana: nel video non c’è la timidezza, il desiderio, le parole d’affetto, l’imbarazzo, anche la difficoltà nel conoscere e esaudire i desideri dell’altro reale.

Precedentemente indottrinati dalle immagini pornografiche, i ragazzi si creano aspettative e illusioni, approcciando il sesso e i rapporti con modelli precostituiti, privi di riferimenti affettivi, pensando di sapere già come sarà il rapporto prima ancora di averlo vissuto.
Inoltre, se i modelli sono le finzioni e le esagerazioni pornografiche, grande sarà la delusione nel rapportarsi alla realtà del sesso fatta di sensazioni, sguardi, ansie, momenti sempre unici e singolari, da scegliere in piena libertà e responsabilità.
 
Quali sono gli effetti sui giovani?
Per chi consuma molta pornografia è difficile recuperare l’interesse e la curiosità rispetto a tutte le diverse sfaccettature che la sessualità e l’affettività vera possono avere. E’ una dinamica di chiusura al mondo reale, di estraniazione, di difensività egocentrica concentrata solo sul proprio piacere.
La pornografia permette un appagamento rapido e senza impegno, un piacere “tutto e subito”.

Una ricerca greca del 2009 ha individuato gli effetti psicologici dell’esposizione precoce alla pornografia video, e le conclusioni non sono molto positive: i ragazzi cercano informazioni sul sesso dai siti pornografici, e specialmente nei maschi che si espongono di più alla pornografia, si innescano attitudini erronee riguardo i rapporti, con modalità irreali di approcciare il sesso. Inoltre l’uso sregolato di materiale pornografico si associa con l’aumento dei comportamenti sessuali a rischio.
Più l’uso di materiale pornografico è continuativo, più gli effetti si moltiplicano e la visione dei rapporti nei ragazzi viene distorta.
Sono in aumento le difficoltà sessuali tra adolescenti, le gravidanze indesiderate tra minorenni e le malattie sessualmente trasmissibili.
La sinergia negativa tra l’assenza di un educazione sessuale scientifica, completa e attenta, unita con l’utilizzo massiccio di pornografia ormai da un decennio, non sta aiutando le generazioni di adolescenti digitali ad orientarsi in modo corretto nel mondo delle relazione e della sessualità.
Per prevenire comportamenti sessuali rischiosi e dannosi è importante una seria rivalutazione dei valori e delle regole del sistema mediatico. La censura totale, infatti, non sarebbe un metodo risolutivo. Quello che serve è la volontà di creare delle situazioni formative ed educative nei confronti della sessualità e dell’uso dei media digitali adatte all’età adolescenziale.  
 

Autore: Nicole Adami

Bibliografia

Adami N. La sessualità nell’era dei media: l’influenza della pornografia nel momento adolescenziale. Tesi di laurea triennale in psicologia, 2009

Adolescents’ Exposure to a Sexualized Media Environment and Their Notions of Women as Sex Objects, in Sex Roles, Vol. 56, N.5-6 Marzo 2007, Springer Science. 

Giddens A., La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne, Il Mulino, Bologna, 2007

Adolescent Pornographic Internet Site Use: A Multivariate Regression Analysis of the Predictive Factors of Use and Psychosocial Implications, Cyberpsychology and Behavior, Vol.12, N. 5, 2009.

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