Gestire la malattia mentale

Gestire la malattia mentale

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Come gestire un genitore con un disturbo mentale?
Per la maggior parte dei figli quello che manca soni strategie concrete. 
Cosa fare? Come comportarsi?

Ecco le strategie fondamentali.

Gestire l’iper-responsabilità

Molti adolescenti raccontano che per gestire la malattia mentale dei genitori devono assumersi molte responsabilità in famiglia: lavori domestici, cucinare, curare per i fratelli. 

Molti di loro si descrivono come “un adulto in più in famiglia”, in particolare durante i periodi in cui la malattia dei genitori peggiora dei loro genitori. 

Questa responsabilità a volte può essere un pesante fardello. 

Durante i periodi buoni, i genitori a volte riescono a prendersi cura dei compiti familiari. Ma la fatica maggiore è causata dell’instabilità nella malattia mentale dei genitori. 

Crescendo non è facile lasciarsi alle spalle questo senso di responsabilità nei periodi più stabili, soprattutto in vista dell’uscita di casa che spesso avviene in tarda età o non avviene, poiché subentrano sensi di colpa e la fatica a gestire una propria vita, quando si ha già il carico della vita nella famiglia di origine.

Disinnescare laModalità Emergenza

Vivere con una persona che ha un disagio mentale significa essere spesso in balia di sbalzi d’umore, scatti di collera, momenti difficili. I figli sono costretti a regolarsi in base all’umore, che rimane spesso imprevedibile. 

Questo significa vivere costantemente in “modalità emergenza”.

Esempi? Stare “in allerta” per evitare che il rumore dei fratelli piccoli causi reazioni negative. Andare in giro per casa “in punta di piedi”, cercare di prevenire scatti di rabbia, evitare di invitare amici. La sensazione che si vive è quella di dover controllare tutto ed essere sempre pronti al peggio. Questa modalità emergenza da un punto di vista psicologico è estenuante. 

Il sistema nervoso centrale viene sovraccaricato di stress in modo cronico, causando a sua volta disturbi legati all’iper controllo, come ansia, attacchi di panico, tensione, disturbi somatici. 

E’ importante, per i figli, sapersi ritagliare dei momenti per disattivare la “modalità emergenza”: uscendo di casa, imparando tecniche di rilassamento, riconoscendo quando lo stress è troppo alto.

Prendersi un Time-Out

Che cosa vi può aiutare quando lo stress è troppo? Prendersi un time-out è importante. 

Ritirarsi da soli in un posto tranquillo, in mezzo alla natura, o in un bar, in biblioteca. Ascoltare musica, fare attività sportiva.

Trascorrere del tempo con gli amici, se l’obiettivo è quello di confidarsi con qualcuno della difficoltà.

Non importa il tipo di “time-out”. Quello che è fondamentale è riconoscere di essere sovraccarichi e trovare strategie per mettere una distanza fisica ed emotiva dalle situazioni impegnative, per ripristinare l’energia.

Sostegno da parte di professionisti

Anche quando ci sono dei buoni amici con cui parlare, spesso è difficile confidare tutto ciò che riguarda la situazione familiare. 

La possibilità di cercare il sostegno di professionisti come strategia per la gestione delle proprie emozioni dolorose ed esperienze difficili è molto utile. 

Tuttavia, pochi ragazzi entrano contatto con i servizi di assistenza sanitaria e con gli psicologi, perché viene vista come una soglia difficile. 

Anche se all’inizio ci si può vergognare, o ci si sente vulnerabili, superato il primo momento si può trovare davvero sostegno e supporto. La terapia può offrire la stabilità che in famiglia manca, ed è uno spazio neutro e sicuro dove esprimere liberamente la propria fatica e il dolore.

Allontanarsi

L’ultima strategia, quando la situazione è invivibile, è quella di allontanarsi. 

E’ un momento spesso complesso, carico di sensi di colpa, paura per i genitori, legami morbosi, difficoltà legate a questioni economiche e pratiche.

Mettere distanza fisica è quasi sempre estremamente salutare. Non significa abbandonare la famiglia, perché il ruolo dei figli è quello di staccarsi dal nucleo di origine e costruirsi la propria vita.

L’uscita di casa è un passaggio che dovrebbe essere naturale nella vita di un giovane, ma quando in famiglia è presente un disagio mentale, spesso questo passaggio è molto più complicato e conflittuale. 

A volte si può usare strategicamente la possibilità di studiare lontano da casa, oppure condividere un appartamento con amici. Si deve essere consapevoli che i genitori possono non accettare il distacco, e che magari per un periodo la malattia può peggiorare. Ma non sempre rimanere in casa è d’aiuto. Sono tanti i casi in cui i genitori, rimasti da soli, hanno iniziato ad assumersi più responsabilità e a curarsi in modo efficace.

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Nicole Adami – Psicologa, Psicoterapeuta | © 2021